Milano: 10.000 in Piazza per Sostenere le Famiglie Arcobaleno contro l’Omofobia della Destra…

Milano: 10.000 in Piazza per Famiglie Arcobaleno contro l’Omofobia della Destra

Milano ha visto una delle sue manifestazioni più partecipate dell’anno, con oltre 10.000 persone che sono scese in piazza per sostenere i diritti delle *Famiglie Arcobaleno* e protestare contro l’omofobia delle forze politiche di destra. L’evento, tenutosi nel cuore della città, è stato organizzato in risposta alle recenti politiche discriminatorie promosse dal governo, che hanno intensificato il dibattito sui diritti delle coppie omosessuali e delle famiglie LGBTQ+ in Italia.

Il corteo, partito da Piazza della Scala e snodatosi per le vie del centro, ha visto la partecipazione di attivisti, associazioni LGBTQ+, famiglie e cittadini solidali con la causa. Cartelli e striscioni colorati inneggiavano alla parità dei diritti, con slogan come “Amore è Amore” e “Le Famiglie Arcobaleno sono Famiglie”. Molti manifestanti indossavano abiti e bandiere arcobaleno, simbolo internazionale della comunità LGBTQ+, creando un’atmosfera vivace e piena di speranza.

In piazza le famiglie arcobaleno, Schlein: "Pronta la legge per il  Parlamento" - Cronaca - ANSA

 

L’organizzazione *Famiglie Arcobaleno*, che rappresenta le famiglie omogenitoriali, ha promosso la manifestazione in risposta a una serie di misure restrittive proposte dalla destra italiana, che mirano a limitare i diritti delle coppie dello stesso sesso e a bloccare il riconoscimento legale dei figli nati da queste unioni. In particolare, l’attuale governo ha proposto di vietare la registrazione anagrafica dei figli di coppie omosessuali, una decisione che molti vedono come un attacco diretto alla dignità delle famiglie LGBTQ+.

Durante la manifestazione, diverse figure di spicco della politica e del mondo dello spettacolo hanno preso la parola per denunciare l’atteggiamento della destra verso la comunità LGBTQ+. Tra loro, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha tenuto un discorso accorato: “Non possiamo tornare indietro su decenni di lotte per i diritti civili. L’Italia è un Paese che deve abbracciare tutte le famiglie, non discriminarle.” Le sue parole sono state accolte da un lungo applauso e cori di approvazione.

Anche personaggi del mondo culturale, come l’attrice e attivista Monica Cirinnà, promotrice della legge sulle unioni civili, hanno sottolineato l’importanza della manifestazione: “Oggi siamo qui non solo per difendere i diritti delle famiglie arcobaleno, ma per dire a chi governa che l’amore e la famiglia non possono essere decisi dal potere politico. Ogni bambino ha diritto a essere riconosciuto e amato.”

Tra i partecipanti, molte famiglie hanno raccontato le loro storie personali. Chiara e Silvia, una coppia che ha partecipato con i loro due figli, hanno dichiarato ai giornalisti: “Siamo qui per difendere il diritto dei nostri figli di essere riconosciuti dalla legge come i figli di entrambe, non solo di una di noi. È una battaglia di civiltà.”

Le misure proposte dalla destra, guidata dalla coalizione formata da Fratelli d’Italia e Lega, hanno sollevato forti critiche a livello nazionale e internazionale. Molte organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato l’Italia per il rischio di regressione sui diritti civili e per la crescente ondata di omofobia che sembra legittimata dalle politiche governative.

Il clima politico attuale ha portato a un aumento delle tensioni sociali, con l’Italia che sembra divisa tra chi sostiene una visione più tradizionale della famiglia e chi chiede un riconoscimento paritario per tutte le forme familiari, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei genitori.

La manifestazione di Milano è solo l’ultimo di una serie di eventi organizzati in tutto il Paese per opporsi alle politiche discriminatorie della destra. Gli organizzatori hanno promesso di continuare la lotta fino a quando tutte le famiglie saranno riconosciute con pari dignità e diritti.

Al termine dell’evento, i leader delle *Famiglie Arcobaleno* hanno ribadito la necessità di un dialogo costruttivo con le istituzioni, ma hanno anche avvertito: “Non ci fermeremo fino a quando i diritti dei nostri figli e delle nostre famiglie non saranno pienamente riconosciuti.”

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